SAMIR AL-QASIM
(Giordania, 1939)
Lettera di un morto in esilio
Un giorno mi sorpresero:
spinsero via la madre e la sorella
mi arrestarono.
*
Erano quali statue di polvere,
dei visi che han perduto la luce degli occhi,
quando vennero all’improvviso
mi arrestarono.
*
Mio padre era allora lì a pregare
il Signore della terra:
pregava nel podere da noi ereditato dai nonni
quando vennero all’improvviso e mi arrestarono.
*
Mi portarono lontano
mi buttarono nel buio di un carcere dove m’incoronarono di spine.
Ciò malgrado, la mia fronte rimase alta.
*
Sul fango e sui fili spinati
mi trascinarono tutta la notte;
Ciò malgrado la mia fronte rimase alta.
*
Sfregarono con sabbia e con sale le mie ferite
in un angolo odioso mi scalciarono.
Le loro scarpe nere erano estranee:
erano dei resti dei maledetti schutztaffel dei Nazisti (di Bonn)…
Diventai un giardino di ferite