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Xu Zhi Mo – Ancora un commiato da Cambridge

Xu Zhi Mo

Ancora un commiato da Cambridge

Sono partito in silenzio,
come in silenzio arrivai;
morbida muovo la mano,
a salutare le nubi.
*
Quei salici dorati sulla riva,
son come spose nel tramonto;
ombra nei riflessi dell’onde,
si muove il mio cuore.
*
Ninfee sopra l’acqua fangosa,
sotto si muovono adagio, oleose;
vorrei rimanere nell’onde leggere,
anch’io erba di fiume.
*
Quella pozza all’ombra degl’olmi,
non è limpida sorgente, è arcobaleno in cielo;
frantumato tra le alghe fluttuanti,
nei sedimenti del mio sogno-arcobaleno.
*
In cerca di un sogno? Muovo un lungo remo,
mi spingo là dove l’erba è ancora più verde;
barca piena di luce di stelle,
e canto meravigliosamente avvolto dalla luce di stelle.
*
No, non posso cantare,
musica del distacco è il silenzio;
anche gli estivi insetti sono muti,
Silenzio è Cambridge questa sera.
*
Sono partito in silenzio,
come in silenzio arrivai;
agito appena la manica,
ma non porto con me neanche un soffio di nuvola.

(1895-1931)

Wen Yi Duo – Acqua morta

Wen Yi Duo
Acqua morta

Questo è il fosso dell’acqua putrida e della disperazione,
non un alito di fresca brezza la increspa.
Meglio gettarci anche ferracci arrugginiti e pezzi di rame,
e senza rimorsi anche gli avanzi del pasto.
*
Forse i pezzi di rame vogliono diventare verdi come giada,
e sulle scatolette di latta si ricama qualche petalo di fior di pesco;
lasciamo che l’unto tessa sopra un  tessuto damascato,
e dalla muffa esca evaporando una rosea nuvola.
*
Lasciamo che l’acqua stagnante fermentando diventi  un fosso di verde vino,
pieno di bianca schiuma che fluttuante diventi una perla;
le piccole perle ridendo si trasformano in una grande perla,
rubata e rotta dall’ attacco dei moscerini.
*
E’ proprio il fosso della disperazione dell’acqua morta,
anche riesce ad avanzare un po’ di acqua chiara.
Se la rana non riesce a sopportare la solitudine,
forse dall’acqua stagnante esce un gracidio.
*
Questo è il fosso dell’acqua putrida e della disperazione,
Qui non è certo il luogo della bellezza,
allora è meglio che i malvagi la vengano a dissodare,
e vedremo che mondo ne sapranno tirar fuori.

(1899-1940)

Lu Lun – I soldati feriti

Lu Lun
I soldati feriti

Si trascinano sulla strada,
feriti, senza cibo,
tentando di giungere a casa;
lungo le mura delle città
si strappano i capelli,
ostrano !e loro ferite
al passanti per averne pleta,
chiedendo di che sfamarsi.
Il freddo vento d’autunno
morde senza cuore
le vecchie cicatrici.


Anonimo cinese – Il vecchio soldato ritorna

Anonimo cinese
Il vecchio soldato ritorna

Quindicenne lasciai la casa per la guerra;
ora che son vecchio mi hanno rilasciato
e zoppicando torno verso casa.
Son tornato al villaggio ed ho chiesto
chi vive oggi nella mia vecchia casa.
Mi hanno mostrato, mi han detto:
« Guarda, il tuo posto è lassù,
quel piccolo monte coi pini
e i cipressi d’attorno;
è tutta deserta, i conigli
sono in ogni buco e i fagiani
stridono dalle travi del tetto;
nel cortile è spuntato il frumento
e l’ortica sull’orlo del pozzo ».
Sono andato a vedere la mia casa,
.ho arrostito un poco di grano,
una zuppa di erbe ho cucinato;
sono uscito poi sopra la soglia,
ho guardato ad Oriente, mi son chiesto
chi mai possa mangiare con me; .
poi le lacrime son venute,
la mia sciarpa s’è fatta più fredda.


Mao Thes Dun – Monte Liupan

Mao Thes Dun
Monte Liupan
Alto il cielo, nuvole chiare,
ci fermiamo a guardare le anatre selvatiche
che volano verso il sud.
Se non giungiamo alla Grande Muraglia
non siamo veri cinesi,
conto sulle dita il cammino percorso:
diecimila chilometri.
Sull’alta vetta del monte Liupan
le bandiere rosse lentamente
si srotolano al vento dell’ovest.
Oggi teniamo in mano la lunga corda:
quando legheremo il Dragone Verde

Mao Tse Dun – Il passo Loushan

Mao Tse Dun
Il passo Loushan
Aspro è il vento dell’ovest,

nel cielo l’anatra selvatica grida
nella gelida luna del mattino.
Nella gelida luna del mattino
rotto rumore di zoccoli ferrati,
smorzato il suono del corno.
Non dire che è come il ferro
il duro valico,
oggi stesso passeremo a piedi
al di là della cima.
Al di là della cima:
monti azzurri come mare,
sole morente come sangue.

Li Yu – L’anima solitaria

Li Yu
Poeta Cinese

All’anima solitaria
non s’addice la vista dalle balaustre:
monti e fiumi all’infinito.

Il passato opprime,
il paesaggio offende.
I muschi corrodono la scalinata
nel vento d’autunno.
Nessuna cura d’avvolgere la tenda di perle:
chi mai vorrebbe?
Sotterrata la spada d’acciaio,
smussato lo spirito eroico!
Fresca notte: cielo coronato di luna.
Laggiù, palazzi di diaspro e torri di giada
proiettano invano le loro ombre luminose
nel fiume Ch’in-huai.

Sogno lontano, paese del Sud nel luminoso autunno.
Frementi di crepuscolo, monti e fiume senza fine.
Un canto di flauto nel padiglione di luna.
Nel profondo delle canne: una barca…

Hsüan Chüeh Poeta Cinese

Hsüan Chüeh

Poeta Cinese

Chiaro specchio del cuore, riflesso infinito,
squarcia il vuoto pieno di innumerevoli mondi.
Facendo scintillare ogni cosa, ombre, luci.
Perla irradiante: ne’ fuori ne’ dentro.

Che calunnino pure, che sparlino,
che brucino il cielo, fatica inutile:
bevo le loro grida, come chiara rugiada!
Improvvisamente, purificato, mi sciolgo nell’Impensabile.

Tu Fu Poeta Cinese

Tu Fu
Poeta Cinese

Non che io ami i fiori al punto di morirne.
Ciò che temo: bellezza spenta, vecchiaia prossima!
Rami carichi si spezzano: caduta dei fiori in grappoli.
Tenere gemme si consultano, e si aprono con dolcezza.

Sponda dalle erbe sottili. Brezza leggera.
Barca con l’albero che vacilla nella notte.
Caduta delle stelle: subito s’apre la pianura.
Sorge la luna, a precipitare le onde del fiume.
La fama viene solo dalle opere scritte?
Vecchio e malato, il mandarino deve farsi da parte.
Sempre errabondo, a che posso somigliare?
– Gabbiano delle sabbie, tra cielo e terra!

Li Po Viaggiatore di mare

Li Po
Poeta Cinese

Viaggiatore di mare
sulla barca di vento
– uccello che fende le nubi –
al di là tutto si cancella.

Se ti profumi,
non scomporti la cuffia.
Se fai il bagno,
non scuotere la veste.
Sappilo: il mondo
odia ciò che è puro.
L’uomo dal nobile cuore
nasconderà il suo ardore.
Sulla riva del fiume,
un vecchio pescatore:
"Tu ed io risaliremo
alla sorgente!".

Scimmie bianche, in autunno,
che danzano, leggere come neve:
salire d’un balzo sui rami,
e bere nell’acqua la luna.

Nastro d’alberi, all’orizzonte, bordato di nebbie.
Cintura di montagne di smeraldo: nostalgia.
Il crepuscolo copre il padiglione:
qualcuno , lassù, si rattrista.
Vana attesa, sulla scalinata di giada.
Gli uccelli s’affrettano al ritorno.
Ma dov’è la via del ritorno per gli uomini?
Tanti chioschi, lungo il cammino, a lunghi intervalli…