Wilfred Owen
Il soldato addormentato
Sotto l’elmetto, appoggiato allo zaino,
dopo i tanti giorni di fatica e di veglia,
il sonno, presolo per la fronte, lo mise a giacere.
E nella serenità senza tempo del suo dormire,
la morte gli afferrò il cuore. Ci fu un sussulto
al repentino abortire della vita in lui…
poi il petto e le braccia assonnate ricaddero inerti.
E subito, per l’intrusione del piombo, il sangue cominciò
a fuoriuscire
lentamente strisciando, come teoria di formiche.
***
Se dorme un sonno piu profondo, ombreggiato dai
palpiti
di grandi ali, e dai pensieri che appesero le stelle,
disteso su calmi cuscini apprestati da Dio
al di sopra di queste nubi, di queste piogge, di questo
nevischio di piombo e di queste scimitarre di vento;
o se invece il suo capo smagrito e fradicio
sempre più si confonde all’infimo terriccio,
e i suoi capelli sono tutt’uno con l’erba grigia
e gli esausti, invecchiati campi d’autunno…
Chi lo sa? Chi lo spera? Chi se ne cura? Lasciamo stare!
Dorme. Dorme meno trepido e freddo
di noi che dobbiamo svegliarci, e svegliandoci, dire
Ahimè!