Alvaro Mutis
(Colombia)
Tre Immagini
A LVARO MUTIS
Notturno VII
Ecco il tempo degli assassini.
ARTHUR RiMBAUD
Giusto è qualche volta parlare della notte degli assassini
La notte complice la lunga notte dove si annodano
i serpenti che han perduto gli occhi e cercano
con la bifida lingua un posto per riposarsi
Esiste una tenebra per i solenni atti del crimine
tiepida notte interminabile dove la pallida lussuria
pianta le tende e stabilisce le ronde e le pattuglie
Esistono frutti la cui bianca polpa sprigiona a quell’ora
un dolce aroma devastante che accompagna
i trasgressori di ogni ordine e principio
e li innalza alla condizione di grandi eletti
Sono loro i signori della notte propizia
i capitani della disperazione gli esecutori insonni
coloro che vanno a uccidere come chi compie un rito necessario
ALVARO MUTIS
Tre immagini
a Luis Cardoza y Arag
La notte della caserma fredda e solitaria
vigila i suoi figli prodigiosi.
La sabbia dei cortili vortica
e scompare nel fondo del cielo.
Nella sua stanza il Capitano recita le preghiere
e dimentica le antiche colpe,
mentre il cane piscia
contro la pelle tesa dei tamburi.
Nella sala d’armi una rondine vigila
insonne le baionette oliate.
I vecchi ussari resuscitano per combattere
l’aragosta dorata del giorno.
Una pioggia benefica rinfresca il volto
della sentinella assiderata che fa la ronda.
La chiocciola della guerra prosegue il suo interminabil
ninnare.
Alvaro Mutis
Smisurata preghiera
Alta sui naufragi
dai belvedere delle torri
china e distante sugli elementi del disastro
dalle cose che accadono al di sopra delle parole
celebrative del nulla
lungo un facile vento
di sazietà di impunità
Sullo scandalo metallico
di armi in uso e in disuso
a guidare la colonna
di dolore e di fumo
che lascia le infinite battaglie al calar della sera
la maggioranza sta la maggioranza sta
recitando un rosario
di ambizioni meschine
di millenarie paure
di inesauribili astuzie
Coltivando tranquilla
l’orribile varietà
delle proprie superbie
la maggioranza sta
come una malattia
come una sfortuna
come un’anestesia
come un’abitudine
per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione
e tra il vomito dei respinti muove gli ultimi passi
per consegnare alla morte una goccia di splendore
di umanità di verità
per chi ad Aqaba curò la lebbra con uno scettro posticcio
e seminò il suo passaggio di gelosie devastatrici e di figli
con improbabili nomi di cantanti di tango
in un vasto programma di eternità
ricorda Signore questi servi disobbedienti
alle leggi del branco
non dimenticare il loro volto
che dopo tanto sbandare
è appena giusto che la fortuna li aiuti
come una svista
come un’anomalia
come una distrazione
come un dovere
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a Luis Cardoza y Aragon
Alvaro Mutis