Archivi categoria: Italia – Poesie dal Fronte

Mario Masini – Poesia della guerra (o della pace)

Mario Masini

Poesia della guerra (o della pace)

Non so ricordare
le fosse scavate
nel fango amalgama
di corpi marci.

Non sento neppure,
come se fosse adesso,
fischiare proiettili
ciechi a colpire.

Soltanto mi par
di vedere alle volte
un muro di casa sbrecciato;
due giovani sposi abbracciare
i loro bambini.

Talvolta risento il tepore
del mio stesso respiro affogato
sull’omero di mamma.

Di tante sciagure volute o subite
appena porto con me
denti radi e colonna distrofica.

I miei morti sono civili.

Come otterrò dal passato?-
E il mio futuro è volto

a rafforzare una più giusta pace.

Invero ebbi occasione,

in più recente tempo,

d’esser unica voce
di molte bocche unite
nel maggiore consesso

della Prato operosa,
e di adoprarmi sempre,
senza nessun risparmio,
secondo il mio giudizio,

a favore del giusto

che origina la pace

e la conserva intatta.

Ora che i giorni miei

come fiocchi di neve,

inizialmente lievi,
lentamente scendendo

son diventati gravi

e hanno fatto coltre,
io non demordo ancora
dal difendere l’uomo

e la sua dignità.

Come se il mondo fosse

al suo primo mattino.

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Giovanni Donnini – Frottole

Giovanni Donnini
Frottole
Chi dice che Cassino è stata presa
Chi dice invece è circondata
Chi parla, nientemeno, di una resa
della Germania umile e domata.
*
Hanno distrutto di certo quel paese,
han bombardato un altro giorno e notte,
dicon persin che gl’inglesi l’hanno prese,
oppure, che i tedeschi prendon botte.
*
All’Est chi ripiega fa successo,
i russi che avanzare son sconfitti,
gli italiani certamente son dei fessi
credendoci esclamare "Siamo fritti".
*
Si parla co’ insistenza di mercato,
e fra i colori han scelto quello nero,
e chi lo usa in modo assai sfacciato
con un buon colpo va dritto al cimitero.
*
Da or son tre mesi si parla d’emergenza
che al Quirinale parlerà Badoglio,
ma a tutto questo ormai più non si pensa
Si guarda solo a quanto costa l’olio.
*
Tu paghi l’olio a centottanta lire
e del caffè non si conosce il prezzo
Se n’hai un poco, sta zitto non lo dire
perché altrimenti ti levano di mezzo.
*
Il fumator te l’han ridotto male
le sigarette son passatempo fine
s’arrotolan con carta di giornale
perché di nero son tinte le cartine.
*
Si dice, pare, racconta Radio Algeri,
forse, chissà, vedremo, saran guai
a me l’ha detto un bimbo l’altro ieri
in una fila che non finiva mai.
*
Intanto fra gli incerti e sicurezze
si forma la Repubblica italiana
s’adunan nuovamente quelle pezze
che ruban qua e là oro e lana.
*
Se tu vuoi star ben, sta pur rinchiuso
e dalla porta non metter fuori il muso
perché tu sai che tutti siamo in guerra
e delle frottole ce n’è più che di terra.

Roma, 22 dicembre 1943

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Poesie dal fronte

Giuseppe Benincasa – Episodio di guerra

Giuseppe Benincasa
Episodio di guerra

Ella gli diede una crocetta nera,
di maggio, in un tramonto, sul finir:
Tieni, gli disse in torno di preghiera,
la mamma la baciò, prima di morire!

Egli le diede una medaglia bruna,
conquistata sui campi dell’onore:
"Quando a lutto sarà la mia fortuna,
ti ricordi di me dolce tesoro"

Nella casetta bianca, a piè del monte
sbocciò l’idillio, triste fior d’avello,
fra il mormorio dei pini e della fonte,
chiuso, segreto, come in un castello!

Nella valle natia, dei rovi al folto,
due volte l’usignolo fece il suo nido…
Quand’ella triste, con la morte in volto,
di nuova pugna udì, crudele, il grido…

E in un tramonto, ch’era tutto rosso,
il suo fido partir vide… esitante…
D’amaro pianto l’esíl petto scosso,
con l’occhio lo seguì muta, tremante!

E poi venne l’inverno! La casetta
sembrò più triste… poi cadde la neve…
Brulla, la terra fu dal gelo stretta!
Per molte intorno, oh che silenzio greve
!
Ed ella attese invan… La desiata busta
non venne: il core agonizzò…
e la sedusse alter l’oscura grata
d’un convento vicina "Lì pace avrò!"

Così pensando e così smorta in viso,
varcò la soglia di quel luogo pio,
con l’occhio in pianto alla medaglia affiso,
pace, disse, o Signore! Pace ed oblio!

Cascan l’ultíme foglie… il dì, morente,
d’ombre velava i campi di battaglia…
S’udía, lontan, su per il monte ardente,
il secco crepitio della mitraglia!

È notte! Alla corsia dell’ospedale
vi è qualcuno che muore e un nome implora!
Una suora sta dritta al capezzale
di chi, morendo, vuol veder l’aurora!

Due sguardi, aneli, accesero il sorriso
di due stelle lucenti al firmamento!
Un lembo si scoprì di paradiso…
Fiorir rose sui morti in un momento!

La suora riconobbe la crocetta,
ch’era li, su quel petto insanguinato!
A ricordar la sua bianca casetta
i sogni, le carezze del passato!

Il morente, che ancor della mitraglia
sentia vicin lo scoppio senza resa,
riconobbe la sua bruna medaglia,
al pio rosario della suora appesa!…

La suora si curvò, gelida in core,
fu lungo il bacio, breve l’agonia…
la storia di quel triste amore…

Poi ritornò più fredda la corsia

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Poesie dal fronte
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Giovanni Rusig – Di questo martirio fulminante

Giovanni Rusig

 

Di questo martirio fulminante

 

Oh terra. Oh! trombe
guando suonerette la nostra
santa liberazione per tutti
noi fugiaschi.
Chissa
in guesto ano guanti patimenti che
dovrò patire? Chissà se vivrò
fina il termine dell’anno?
Si spetta sempre una fine e non
si vede mai. Ah! Stati cosa pensate
dei vostri popoli tutti straziati
nel dolore e nei tormenti
Pensate anche voi altri di por fine
a questo flagello chel momento
se gia passato per tutti e pazienza
non è più. Quaranta lunghi mesi
di guerra saria ora
di terminarla. Aspettiamo
tutti dall’intimo del cuore. Salve.

 

(Werndorf li 3 otobre 1917)

 

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Poesie dal fronte
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Domenico Predonzani – La vita dell’assedià

Domenico Predonzani
La vita dell’assedià
1
Alla mattina quando mi vesto
Caffè amaro devo magnà.
Alle 9 se sento un estro
Un tocco zibo vado a zerecà
Fra le lelle tra le la la
Pulise e pedoci devo gratà
2
A mezzo giorno il cavallino
In gulas o in brodo devo mforcà
D’acqua pura o caffè amaro
Per tanta sede devo ingoià
Fra le la lelle tra le la la
o panza o culo devo gratà
Al dopo pranzo gnente
E sin la sera devo aspetà
Orzo e patate senza […* devo magnà
Fra le la lelle tra le la la
E tutto questo mal cusinà
3
Col domino e 4 ciacole
Passo la sera de disperà
E alla note fra tanto affanno
In sulla paia me grato l’ano
Fra le la lelle tra le la la
Russa dequà e russa dellà
"Tutta la vita son…..
4
E zibo mezzo brasà
Granate e Srapnel
… es pe fumà
Quesa è la vita dell’assedià
Grata de qua grata de là
Pedoci grandi in quantità
Tra le la lelle tra lr lallà

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Poesie dal fronte
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Michele Mostabilini – Ave Maria dei Prigioniero

Michele Mostabilini
Ave Maria dei Prigioniero

(Canzoni del Prigioniero dei Lager tedeschi)
I
Ave Maria grazia plena
fa che non suoni la sirena
fa che non vengano gli aeroplani
fammi dormire fino a domani
e se una bomba cade quaggiù
o Santa vergine aiutami tu
fa che io vedi il cielo blù
fa che la dicat non spari più.
II
O Madonnina che tutto vedi
fa che i muri restino in piedi
e se le case debbono crollare
facci la grazia di noi salvare
anche gli Angeli sono tutti soldati
Se l’asino è a Roma
ed il bue a Berlino
come può nascere Gesù Bambino
III
Il papa veglia sospira e prega
i santi tutti di amore accesi
perché tutte le notti vengono gli Inglesi
O mia cara e buona Madonnina
tutte le notti dormo in cantina
O mio caro e Buon Gesù
in tutta la Germania non si dorme più
IV
Per l’insalata ci vuole l’olio
non si può vivere senza Badoglio
Solo ascoltando quel Mussolini
abbiamo perduto tutti i confini
intanto tutti dobbiamo soffrire
o Padre Santo fallo morire
V
Dhe! chiami il Duce con te lassù
Lui se lo merita o Buon Gesù
chiama pur Hitler in compagnia
fammi questa grazia e così sia.

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Giovanni Pinfetti – Ode alle penne mozze del Cattarino

Giovanni Pinfetti
Ode alle penne mozze del Cattarino
(Resistenza Jugoslavia)

Oh… Tu grande figlio d’Italia
Generoso eroe della "Libertà",
Cadesti sotto la mitraglia
*
Le Tue ossa or riposan là
Sulle bianche pietraie aguzze
Il Tuo sangue hai versato,
Per difender Ledenice
*
La Tua vita hai donato

Noi alpini, tutti quanti
diventati "Partigiani",
Combattiamo chi T’uccise
*
Con potenti mezzi arcani.
Se in Italia torneremo
Ti faremo un "Monumento"
Che racconti la Tua storia,
*
Tuo coraggio ed ardimento!
Caro alpino "Penna Mozza"
Non temere che noi tutti
Pugneremo con fermezza…
*
Contro i vili farabutti!
Or riposa combattente
Della "sacra Libertà"
Noi diremo alla tua gente,
*
Che per essa tu sei qua.
Sulle "Lande Cattarino"
Senza nome e senza croce
Non narcisi o stelle alpine
*
… Hai trovato la Tua "Pace".
Se un dì su questa terra
Noi dovessimo tornare,
Da borghesi, senza guerra,
Ti verremo a salutare!

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Giovanni Pianfetti – Nuova canzone alpina partigiana

Giovanni Pianfetti
Nuova canzone alpina partigiana
(Resistenza Jugoslavia)

Fummo mandati in terra straniera
con poche armi e vestiti inadeguati,
ma combattemmo da veri soldati
dimostrando a tutti il valor dell’Alpin.
*
All’Armistizio non cedemmo le armi
ma le impugnammo contro il nemico.
Ci alleammo ai soldati di Tito
Per dare al mondo la "Libertà"!
*
Per quelle rupi, selve e foreste
portammo in alto il nostro "Tricolore";
noi combattemmo per rifarci l’onore,
che il fascismo nel fango gettò.
*
Tra le file dei "veci" e dei "bocia"
si produssero vuoti "paurosi";
eran Ufficiali e Soldati Valorosi,
eran combattenti per la "Libertà"!

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Leonino Dell’Oca – Ritorneremo

Leonino Dell’Oca
Ritorneremo
26 dicembre 1942
(Seconda guerra mondiale)
I tempi della nostra giovinezza
sono ormai passati.
È l’ora del dovere e noi
facciamo del nostro meglio per compierlo.
Voi pregate per noi affinché
sappiamo essere degni
dei nostri fratelli caduti.
Passato questo periodo noi torneremo
e dalla base incominceremo a ricostruire.
Le nostre speranze troveranno realizzazione
i nostri studi ci daranno soddisfazione e gioia.
Tornerà il sole?
Lo speriamo!
E allora la nostra vita, dopo questa pausa,
ricomincerà più intensa, più pacata,
più matura dopo la prova passata.
E allora scioglieremo a Dio
il canto della riconoscenza.
Squilleranno le campane ed il nostro cuore
esulterà di gioia.
Ricorderemo il Passato
sprone per l’Avvenire.
Ritorneremo!
Ritorneremo!
Attendeteci con fede.
Scrivimi!

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Olindo Tunno – Una notte in sogno

Olindo Tunno
Una notte in sogno
(Seconda guerra mondiale)

Una notte in sogno mi sveglio
mi pareva di vederti al mio fianco,
sembravi un angelo vestito di bianco
che mi baciavi e ti stringevi al mio cuor.
*
Mi dicesti domani lo sai
tu dovrai andare all’assalto
vai tranquillo che Iddio ti guarda
notte e giorno io prego per te
*.
Tu stai sempre sulle montagne
a guardare le nostre frontiere
tu stai lì e non torni mai indietro,
i nostri confini tu stai a guardar.
*
Tornerai alla nostra casetta,
passeremo i giorni più lieti.
Pregheremo per quelli che non vedi
che all’Italia non tornano più.

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Poesie dal fronte
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