Ignazio Buttitta – Oh terra mia d’aranci

Ignazio Buttita

Oh terra mia d’aranci

Otto giorni di festa

e ora se ne vanno

perché non è più Natale

e nemmeno è Capodanno.

Ritornano nella neve

dove c’è nebbia e scuro, .

e c’è un padrone straniero

e il lavoro è duro.

Dove sono chiamati

per offesa terroni

e dicono che noi siciliani

non siamo gente buona.

E partono con il sole

su un treno senza sole

col cuore che gli fa male

e un groppo nella gola.

Sul treno senza sole

col cuore che gli piange:

“Addio bella Sicilia,

oh mia terra d’arance!

 Oh terra mia d’arance,

d’arance e di canzoni,

il latte me l ‘hai dato

ma il pane me l’hai tolto”.

 Partono alla ventura,

i treni sono pieni,

le mani che salutano

stanno fuori dai finestrini.