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Neri Tanfucio (Renato Fucini) – In occasione del trasporto in Santa Croce

Neri Tanfucio

(Renato Fucini)

In occasione del trasporto in Santa Croce
delle ceneri ec. ec.

L’Avv. Sodi. …. E l’ abuso produce indigestione!….
Già sarà meglio mutare argomento.
Ma, mi dica, che razza di stagione!
Il Sig. Bassi. E non si para perchè viene a vento.

Senta, è un’ annata proprio da malanni….
Sodi. Anche lassù?
Bassi. Tosse canina a iosa.
Sa chi è morto oggi a otto? il sor Giovanni!
Sodi. Quale?
Bassi. Il marito della sora Rosa.

Sodi. Gianni Gonzi?
Bassi. Pur troppo. Ah! è stata atroce;
Anzi son qui a Firenze per vedere
Se si può trasportarlo in Santa Croce.
Che crede, lei che si potrà ottenere?

Sodi. Secondo, caro mio. Per primo punto,
Lei presenti un’ istanza e i documenti
Comprovanti la morte del defunto,
Tutti in carta bollata da uno e venti;

Ma se lei può trovar sei cavalieri,
Che attestino che il Gonzi era immortale,
Glielo piantano accanto all’ Alighieri
Senza nemmeno il processo verbale.

Firenze, 1873.

Giosuè Carducci – In Santa Croce XXIX maggio MDCCCLIX

Giosuè Carducci

In Santa Croce XXIX maggio MDCCCLIX

Non carmi, non ghirlande, e non concento
Di salmi a l’ombre de’ guerrier si doni:
Grecia ne l’aspro dì de le tenzoni
Diede inferie di sangue a’ suoi trecento.

O sacre a morte libere legioni,
Qui venite di morte al monumento;
Qui profferite orribil giuramento,
Che nel conspetto del Signor risuoni.

Pe ‘l sangue de gli eroi, pe’ franti petti
De’ vegliardi, pe ‘l duol che si disserra
Da le piaghe di madri e pargoletti,

Guerra a’ tedeschi, immensa eterna guerra,
Tanto che niun rivegga i patrii tetti
E tomba a tutti sia l’itala terra.

Giosuè Carducci – In Santa Croce XXIX maggio MDCCCLIX

Giosuè Carducci

In Santa Croce XXIX maggio MDCCCLIX

Non carmi, non ghirlande, e non concento
Di salmi a l’ombre de’ guerrier si doni:
Grecia ne l’aspro dì de le tenzoni
Diede inferie di sangue a’ suoi trecento.

O sacre a morte libere legioni,
Qui venite di morte al monumento;
Qui profferite orribil giuramento,
Che nel conspetto del Signor risuoni.

Pe ‘l sangue de gli eroi, pe’ franti petti
De’ vegliardi, pe ‘l duol che si disserra
Da le piaghe di madri e pargoletti,

Guerra a’ tedeschi, immensa eterna guerra,
Tanto che niun rivegga i patrii tetti
E tomba a tutti sia l’itala terra.

Giosuè Carducci – In Santa Croce IV Giugno MDCCCLX

Giosuè Carducci
In Santa Croce IV Giugno MDCCCLX

 

Tre fra i ricordi e le speranze e il pianto
Sorgon forme nel tempio alte e stupende.
Verde quasi smeraldo ha l’una il manto,
E il ferro e l’occhio verso l’Adria intende.

 

Come folgor di Dio, da l’altro canto
Roggio il secondo cherubin s’accende;
E mira in val di Tebro; e al pastor santo
Tremano in capo per terror le bende.

 

Bianco siccome neve in alpi intatte
È il terzo; e va, de’ martiri colomba,
Dove Sicilia bella arde e combatte.

 Ma grida a gli altri:Allor che la mia tromba

Canti le tirannesche ire disfatte,
Tu su Venezia e tu su Roma piomba.

Giosuè Carducci – Anche in Santa Croce

Giosuè Carducci
Anche in Santa Croce

Quali, quali, al tuonar de’ feri accenti
Forme s’accalcan per lo sacro loco?
Assistete, spirate, ecco io v’invoco.
O martiri, o fraterne ombre frementi:

E voi caduti sotto il ferro e il foco,
E voi sotto il flagel schiacciati e spenti,
E voi sparte dal piombo anime ardenti,
E qual de’ ceppi uscì livido e fioco.

Conturbate i sepolcri, scoperchiate
Le tombe, e nel conspetto de l’Eterno
Il pianto e il sangue del martirio alzate.

Non ci lasciar di Satana in governo:
L’inferno contro te l’armi ha levate,
Ed in Austria, Signor, tutto è l’inferno.

R. Perseni – Non sei che una croce

 

NON SEI CHE UNA CROCE

R. Perseni


Non sei che una croce

Nessuno forse sa più
perchè sei sepolto lassù

nel camposanto sperduto
sull’Alpe, soldato caduto.

Nessuno sa più chi tu sia
soldato di fanteria

coperto di erbe e di terra,
vestito del saio di guerra.

l’elmetto sulle ventitrè
nessuno ricorda perché

posata la vanga e il badile
portando a tracolla il fucile

salivi sull’Alpe,salivi
cantavi e di piombo morivi

ed altri morivano con te
ed ora sei tutto di Dio.

Il sole, la pioggia, l’oblio
t’han tolto anche il nome d’un fronte

non sei che una croce sul monte
che dura nei turbini e tace

custode di gloria e di pace.