Dino Campana
Canto proletario italo-francese
Come delle torri d’acciaio
Nel cuore bruno della sera
Il mio spirito ricrea
Per un bacio taciturno
Là se c’è un rosso giardino
Che cosa c’è bianco con il turchino?
Sull’Alpe c’è una scaglia di lavoro
Del povero italiano, e non si sa
Tra i pioppi
Al margine degli occhi bruni della sera
se c’è una pastorella non si sa
Che pare far vane le torri
al taglio di un pioppo che brilla
Italia
Come delle torri d’acciaio
Nel cuore bruno della sera
Il mio spirito ricrea
Per un bacio taciturno
Sai domare i picchi irsuti
Hai fatto strada per le montagne
Con poco canto con molto vino
Sei arrivata vicino
Fin dove si poteva arrivar
Senza interrogare la giubba rossa delle stelle
Hai sfondato fin che si poteva arrivare
Fin che sei andata a riposare
Laggiù nello straniero suol
Italia non ti posso lasciare
La scaglia dell’italiano senza cuore
Brilla: stai fida: l’onore
Te lo venderemo con una nuova verginità
Sei una pastorella decrepita italiana
La tra i pioppi sul margine bruno della sera
Umiltà bianca della sera
Umiltà della sera bruna
Che Civinini cantò?
L’edera gira le torri
E la vigna della tua passione
Italia che fai processione
Con il badile prendi il fucile ti tocca andar
Fora la giubba rossa delle stelle
Questa volta con il cannone
Italia che fai processione
Con il badile prendi il fucile guarda il nemico ti tocca andar
Guarda il nemico che poi non t’importa
Ti sei fatta a forzare la pietra
Prendi coraggio se batti la porta
Questa volta ti si aprirà
Cara Italia che t’importa
Ti sei fatta a forzare la pietra
Prendi coraggio questa volta
Che la porta ti si aprirà
Nel paesaggio lente si spostavano le rondinelle
Il paesaggio era costituito dal ponte oltre il secondo fiume